Se potessi ti manderei fuori dall'aula!

Una delle mie avventure 2018 è stata quella di iniziare ad insegnare agli studenti alle superiori di Trieste.
Studenti come lo eravamo noi alla loro età, pieni di sogni/confusioni/arroganza/umiltà in balia della danza ormonale nella quale si sta esibendo il loro corpo in crescita.

Siccome non vengo dal mondo della docenza, ho chiesto a loro di raccontarmi quali sono le regole della classe ( comportamentali, organizzative, etc.).
"Se uno di noi ti rompe, puoi buttarlo fuori, anche per tutta l'ora prof."
"Non si masticano gomme in classe."
"Non si dicono parolacce e non si bestemmia, pena la perdita di punti...."
etc.
etc.
L'essere buttato fuori dalla classe mi è sembrato quello che per loro era il più severo.

Ieri sera, mentre stavo portando Mark a letto, ho ricevuto un messaggio maleducato da parte di un fornitore in un progetto.
Tono, tempo, modo sbagliati.

Qualcuno di voi mi conosce, sono cinica quanto basta e ai miei studenti a volte rispondo per le rime perché poi, diciamocelo, l'acidità è donna...
Ieri ho risposto per le rime, utilizzando il sarcasmo fine per arrivare a dire che anche questa sarà per me una lezione di vita e di criterio nella scelta nelle prossime collaborazioni.
Non maleducata, non smielata. Sarcastica, un filino cinica. Sicura di essere compresa.

Fosse stato un mio studente, lo avrei invitato ad uscire dall'aula.
Nel lavoro invece cerco di adottare la tecnica dello scivolo perché quando l'attacco proviene da una fonte di cui hai una pessima considerazione,  è da considerarsi nullo.

Abbiamo un lavoro che racconta di cibo, di cura, di condivisione.
Trattarlo con arroganza, supponenza ed ego-smisuratezza mi sembra un ossimoro troppo forte per essere taciuto.
E con questo, sei ufficialmente uscito dalla mia aula.



Commenti

Post più popolari