Le Fondamenta

In questi giorni ho seguito da vicino un evento in Friuli Venezia Giulia collaborando con il Consorzio Tutela Vini del Collio per raccontare, con l'aiuto di validi colleghi ed amici, la sostenibilità del territorio stesso.

E' stata un'esperienza importante anche sotto il profilo personale; le persone che ho conosciuto mi hanno trasmesso alcuni messaggi schietti e dritti che vorrei condividere.

Non per il loro contenuto, seppur di prim'ordine, ma per il valore del racconto stesso.

Come ho più volte sostenuto, le basi per una buona gestione di eventi di crisi, sono le relazioni. E queste, purtroppo non si possono instaurare dal giorno alla notte, o peggio, tentare di agganciare ex novo qualcuno nel momento del bisogno. Patetico.

Le relazioni sono il valore intangibile sul quale si può fare affidamento nell'attimo in cui devi comunicare aggrappandoti al beneficio del dubbio. E l'interlocutore ci concede il beneficio solo se un minimo di lavoro lo si è fatto prima: onestamente, con trasparenza.

3 personaggi mi hanno colpita più di altri in questi giorni, forse perché ho avuto modo di conoscerli più da vicino: Marco Felluga, 91 anni -vignaiolo innamorato, Yasuyuki Ukita, giornalista giapponese - ingordo di friulanità ed Alex Mobsby, giovane chef emergente che vive e lavora a Dubai.

Marco Felluga è il capostipite di una famiglia che, in cantine diverse, si dedica a Bacco in maniera professionale da vari decenni. Con il suo lavoro, e con la sua visione, ha costruito "un impero" di qualità e di concretezza notevoli.
Ogni giorno va a farsi l'aperitivo alle 11.45, da amici. A volte beve il suo vino, a volte no. Con noi ha fatto uno strappo alla regola e ha brindato alle 10.05 con un Pinot Bianco 2015 Russiz Superiore.
Il suo entusiasmo si respira ovunque: nei suoi racconti, di quanto per far buon vino ci vuole prima di tutto amore, nei suoi progetti futuri (ha appena fondato una nuova associazione a sostegno di un vitigno che a suo parere ha molte potenzialità).

Le cose che diceva, vuoi per l'età, vuoi per l'utilizzo di un linguaggio pulito e schietto, erano inconfutabili.
Se mi avesse detto che l'uomo non è mai stato sulla luna, gli avrei creduto.
Il secondo personaggio che mi è rimasto impresso è Yasuyuki Ukita. La sua curiosità va oltre ogni limite: quasi come la sua sete di assaggiare vini nuovi e pietanze locali. Scrive per un media giapponese ma lavora come freelance per varie testate. Per lui venire a conoscere il territorio è stato fondamentale per poter parlare dei vini del Friuli con cognizione di causa.
Pensa in giapponese, prende appunti in giapponese, parla inglese e ha imparato anche a scrivere in inglese utilizzando "l'alfabeto occidentale" come lo definisce lui stesso.
Durante il nostro primo incontro mi ha detto che non avrebbe mai creduto che in una regione così piccola come il Friuli, si potessero assaporare realtà così diverse fra loro, parlare tante lingue e avere la montagna ed il mare a pochi km.
Questa babele lo affascinava molto e dice che alcuni uvaggi locali gli ricordavano molto questo mix.
Una metafora spettacolare.
Fossimo in situazione di crisi, sarebbe un perfetto portavoce.

L'ultimo personaggio è Alex. Tipico soggetto British. Abbottonato fino all'orlo. Con risposte secche ad ogni domanda ad eccezione di quelle emotive e di famiglia: quando parla dei figli si illumina, si commuove ( loro vivono a Londra) e dice che per la sua passione e professione sta perdendosi alcuni dei migliori anni di vita dei suoi figli. Spera veramente che questo investimento ne valga la pena.

"Iniziando dalla nota giusta, anche la sinfonia più complessa, può diventare semplicemente melodia del cuore." cit.

In questo viaggio ho avuto la riprova di alcuni capisaldi del mio lavoro:
- la reputazione personale è un valore assoluto da proteggere più di qualsiasi tesoro reale
- la curiosità e il rispetto sono le condizioni necessarie per girare il mondo
- i sentimenti e la famiglia possono trasformare anche il più rigido dei personaggi in un uomo di burro.

Finisco questo mio post condividendo quello che ho imparato durante il Percorso delle vigne alte. Non centra con il post ma è una di quelle chicche da spendersi con i "saccenti".
Le api succhiano la soluzione zuccherina dall'acino rotto o danneggiato e lo cicatrizzano con il propoli. In questo modo l'acino non marcisce.

Grazie a Michele Blazic, per questa chicca.

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