Imparare ad esprimersi da un bambino di 8 anni di Cape Code

Questo è un capitolo del libro Put The Pig in the Bag che abbiamo scritto con Karoline sui nostri viaggi di lavoro all'estero. E' un diario doppio, scritto da due persone sulla stessa esperienza.
Rileggendolo, recentemente, mi sono accorta di quanto il coraggio di parlare a volte sia fondamentale nella gestione della crisi, di quanto la purezza e l'ingenuità siano alleate.
Pertanto lo ripropongo. A voi.

08 febbraio

Karoline ed io ci siamo concesse  una lunga vacanza a Cape Code. In tutto siamo state li 22 ore, penso, ma a me è sembrata un’eternità.
Cape Code è una penisola del Massachusetts che si affaccia sull’oceano. La cittadina che ci ospita è “tipicamente americana”, mi spiegano, con un viale di negozi ( pieno di bandiere) e tantissime casette in legno bianche sparse attorno. Karoline ha lavorato per alcuni anni nella scuola locale come maestra di francese e conosce praticamente tutti.
Veniamo ospitate da una sua cara amica che ha la casa esattamente come quella che trovi nei giornali di home-design.
Bella, semplice, di gusto. Ci accoglie con un thè caldo, un panino con peanut butter e della frutta secca. Ha organizzato una cena in nostro onore e ha invitato tutti gli amici.
I libri sono i veri protagonisti della casa così come il camino al centro della struttura. Le nostre camere (non ci crederete ma dormiamo divise!) sono al piano di sopra.
La signora ha i capelli bianchi con un taglio a caschetto che sembra portare da sempre, estremamente cortese, si sforza di parlarmi piano e cerca di introdurmi in discorsi dove a volte mi sento esclusa per via della velocità supersonica con la quale dialogano.
Veniamo accolte in questa che definirla casa fantastica è poco. E’ meravigliosa, è unica.
E’ una di quelle case che avresti sempre voluto costruirti ma che a Cervignano stonano. Ebbene li, sulle rive dell’oceano, in quest posto magnifico, assume un valore enorme.
Sugli scaffali molti libri gialli, qualche biografia, qualche foto dei figli e dei nipoti. Mi incuriosiscono i quadri: dipinti di personaggi degli anni 20, enormi tele che ti guardano con curiosità in cornici d’argento e d’oro fatte su misura.

La stanza affianco è adibita a salone da pranzo. Il tavolo è già apparecchiato per la cena che hanno organizzato per il ritorno di Karoline. Ci sono tovagliette americane di raso sotto ogni piatto, anzi sottopiatto. Ci sono posate in argento e doppio bicchiere vino/acqua. C’è un fantastico centro tavola fiorito con una candela centrale e alcuni porta candela d’argento alle estremità.
Dopo esserci riposate iniziano ad arrivare gli ospiti. In tutto eravamo una decina. Il brindisi di benvenuto con vino rosso buonissimo è stato fatto dinnanzi al camino, stuzzicando dei crackers al sesamo; spettacolari.
Ci presentiamo, dimentico i nomi due minuti più tardi. Ci sediamo al meraviglioso tavolo ed iniziamo a mangiare delle lasagne che avevano acquistato nella rosticceria del paese. Pasto divino. Poi, patate e pollo ed infine dolce, portato da un’amica di Karoline.
Il tutto accompagnato con dialoghi velocissimi e miei tentativi di carpire qua e la informazioni per rispondere in maniera sensata alle domande. Non è andata male. Essere esposti così attivamente ad una lingua straniera e dover interagire con essa per un periodo così lungo è stancante. Il cervello lavora come una locomotiva. Per questo in realtà si dice che dopo un po’ fumi…
La mattina seguente andiamo a visitare la scuola dove ha lavorato Karoline durante il suo soggiorno a Cape Code.  La giornata inizia con un momento veramente profondo. Tutti, proprio tutti si riuniscono nell’aula magna. Ci sono gli studenti più grandi, i veterani seduti ad un tavolo rotondo in posizione privilegiata, ci sono i maestri in piedi dinnanzi alla gradinata e poi c’è il resto della scuola seduto sui gradini. Accorrono anche la preside, le segretarie ed il bidello.
La direttrice prende la parola. Ricorda ciò che di magnifico è successo 10 anni prima in quello stesso giorno, i nati famosi, gli eventi principali. Poi è la volta di chiunque alzi la mano.
Tutti possono ricordare qualsiasi cosa e ringraziare chiunque pubblicamente.
“ Ringrazio il coach che ci ha seguito e ha tifato per noi nella partita di ieri anche se abbiamo perso miseramente.” esordisce un bambino che avrà avuto si o no 10 anni.
“Ringrazio il custode per avermi ritrovato la collanina nel giardino.”
Aggiunge una ragazza di 13/14 anni.
E così via, fra ringraziamenti più o meno solenni passano 10 minuti. Fino a che la direttrice chiede se vi sono altri interventi o se la sessione si possa ritenere chiusa. Quando di colpo si alza un bimbo di 8 anni e dice:
“ Nessuno, si è ricordato che oggi è il mio compleanno e pertanto lo volevo fare io.”
Potete immaginare niente di più difficile da dire? Potete immaginare la delusione così apertamente condivisa dal bambino davanti a 100 e più persone?
Ecco cosa ammiro della cultura americana. Il fatto che si esercitino sin da piccoli a esprimersi, a condividere i propri sentimenti senza paura di essere derisi e senza timore di giudizio altrui.
Un’uscita del genere non sarebbe mai potuta accadere nella nostra società.
Finita la riunione, andiamo in sala professori dove ci aspetta un cestone di verdura fresca sapientemente posizionata in un bouquet da assaporare con la salsa allo yogurt.
Erano le 10 ed avevo già pranzato.
Curiosando nella biblioteca noto un giornalino che mi colpisce: uno di quei giornalini scolastici impaginati in casa ma con una particolarità. E’ il giornale delle recensioni fatte dai professori su libri da loro letti nelle ultime due settimane.
Ogni professore è “caldamente invitato” a leggere un libro ogni due settimane e farne una seria recensione indirizzata ai ragazzi, ai loro genitori e ai colleghi ovviamente. E chi vuole fare brutta figura? I libri sono suddivisi per specialità e materia così dalla prof. di francese potrai leggere l’ultimo libro sulla letteratura contemporanea francese, dalla prof. di musica la biografia di Beethoven etc.
Un ottimo strumento per tenere aggiornate le menti insegnanti ed un ottimo strumento di approfondimento per gli alunni.
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