Traditional is the new cool

Alcuni giorni fa, l'antropologa del cibo Giulia Ubaldi, ha scritto questo pezzo sulle tradizioni enogastronomiche del Collio.

Ci sono anche le ricette della mia nonna, piatti direi di altri tempi che non mangerei nuovamente ma solo a raccontarli ricordo il loro profumo e l'atmosfera che si creava attorno al rito della loro preparazione.

Piatti che nascono da tradizioni contadine, dal recupero dello scarto e dalla necessità di conservare a lungo, senza alcuna sofisticazione ovviamente, il cibo.

Il piatto che le ho presentato è il ŽUČ, ovvero gelatina di carne.
L'articolo è stato pubblicato sul Giornale del Cibo.

Una bravissima blogger indiana ha intitolato il suo blog Traditional is the new cool e io penso sia proprio questa la tendenza.
Nel mondo attuale, tanto contaminato da culture, usanze, dalla globalizzazione, avere a disposizione una solida storia alle spalle, una tradizione importante quale elemento di rassicurazione e sicurezza, crea un surplus positivo nella valutazione del valore del proprio marchio. 

Potersi distinguere è essenziale anche per apprezzare le differenze.
I brand di oggi, per cercare di costruire la loro invincibilità, puntano tanto sugli elementi del passato, sulla credibilità e sulla fiducia.
Sapere, ad esempio, dove si producono i prodotti, come vengono utilizzate le materie prime, se si rispettano tradizioni e costumi locali, sono elementi chiave di un buon posizionamento. E diventano immediatamente elementi di difesa, di forza e di completezza di grandi nomi o marchi.

Ed è su questi fattori che si è disputata, recentemente, la "competizione" Unesco fra Ivrea e il Prosecco. Sto semplificando, ovviamente, ma la vincita del sistema Olivetti, è da leggersi proprio in questi fattori: la storia della città industriale, l'attenzione all'essere umano e l'armonia fra la tecnologia e l'ambiente. 
I 21 ispettori Unesco hanno premiato le tradizioni e le visioni di un sistema che ancora oggi può ispirare progetti industriali avenieristici.

Poi io sono originaria del Collio, posso mica tifare per il Prosecco :-)


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